BUON
COMPLEANNO MERCATINO!
10 anni di storia
Di Giovanni Pellegri
Nel giugno '88 iniziava l'attività del Programma Occupazionale di Caritas
Ticino a Lugano con 14 posti di lavoro per disoccupati. Oggi le 4 sedi hanno
150 posti di lavoro a rotazione per 513 disoccupati all'anno.
Il programma occupazionale (PO) "Mercatino" è giunto al suo
decimo anno di attività. Nato nel 1988, in un periodo in cui la disoccupazione
sembrava essere un fenomeno delimitato ai paesi limitrofi, è oggi inserito
in una realtà ticinese con tassi di disoccupazione a livelli storici.
Agli inizi, il PO offriva pochi posti di lavoro annui (14) in un contesto cantonale
caratterizzato da un tasso di disoccupazione che raramente superava il 2%.
Iniziò in una sola sede, il capannone di Via Bagutti a Lugano, offrendo,
dopo la rimessa in stato dello stabile, alcune attività di tipo artigianale.
Il programma era offerto a disoccupati di lunga durata, spesso persone che sulle
loro spalle portavano pesi come l'abbandono sociale, la solitudine, dipendenza
da droga e alcool, o situazioni familiari difficili. L'offerta lavorativa aveva
quindi il chiaro scopertine/copo di riavvicinare queste persone al mondo dei lavoro. Per
molti l'aver potuto riprendere un'attività e averci trovato qualche gratificazione,
rappresentava un tassello nell'arduo compito di ricomporre un'esistenza difficile.
Gli utenti del programma occupazionale di Caritas Ticino, ancora oggi, sono
persone con una formazione medio bassa o senza una formazione specifica. In
generale a causa della loro formazione, ma anche dell'età, o di difficoltà
di diversa natura sono persone che restano per lunghi periodi in disoccupazione.
1988-1998: DAL PICCOLO ATELIER ARTIGIANALE ALLA GRANDE AZIENDA INDUSTRIALE
Dal 1991 la situazione occupazionale cantonale è cambiata. Il tasso
di disoccupazione ha cominciato a crescere costantemente fino ad oggi, raggiungendo
tassi inimmaginabili solo alcuni anni prima. I posti annui offerti all'interno
del PO "Mercatino" sono di conseguenza lievitati costantemente e le
attività si sono orientate sempre più verso occupazioni a carattere
industriale.
Una tappa rilevante nel processo di cambiamento è stata la creazione
di attività nel campo del recupero-riciclaggio e dell'orticoltura. Nel
1990 la proposta lavorativa, fino allora delimitata nell'area del Luganese e
in occupazioni a carattere artigianale, si allargò con il Ronco di Arbedo,
un terreno di 17'000 mq con frutteto e vigneto.
L'anno della svolta verso le attività di tipo industriali fu il 1994:
in quell'anno si inaugurò, infatti, la sede di Giubiasco per il trattamento
dei tessili e con la relativa attività di svuotamento dei containers
di Texaid depositati da Caritas Ticino in tutto il Cantone. Prese avvio anche
la produzione orticola a Pollegio, con fornitura dei nostri prodotti alla Federazione
Ortofrutticola Ticinese (FOFT). Partì pure la sperimentazione del frazionamento
dei rifiuti elettronici, sviluppata in seguito a Pollegio. Nel 1995 le attività
orticole si allargarono con l'inizio delle attività all'Isola Verde di
Cadenazzo, una grossa azienda che permette l'occupazione di una quarantina di
persone disoccupate con una produzione intensiva di ortaggi in serre o in tunnel.
Infine, l'ultima attività nata fu quella del frazionamento dei frigoriferi,
inizialmente svolta in collaborazione con l'associazione Transfer-Monteforno
e in seguito approdata, nel giugno del 1996, a Giubiasco.
Questa, in riassunto, è stata la nostra storia. Nel 1988, proponevamo
a 19 persone in una sola sede qualche piccola attività artigianale. Oggi,
il programma è in cinque sedi e propone a 450 persone attività
a carattere industriale. È proprio incontrando queste persone che Caritas
Ticino cerca di dare concretezza alla sua preoccupazione di essere strumento
per lottare contro l'emarginazione e le sue conseguenze. Dieci anni di storia
che se letti anche solo dal profilo dei tassi di reinserimento dimostrano l'utilità
di tale proposta. E per coloro che non hanno trovato un posto di lavoro, l'aver
potuto riprendere un'attività lavorativa, l'aver incontrato delle persone,
l'aver ottenuto una gratificazione dal lavoro svolto, ha costituito sicuramente
un'occasione di lotta all'emarginazione e un tentativo di costruzione di una
società più umana ed accogliente.
PROSPETTIVE E NOVITÀ PER IL 1998
Inizia quindi, col 1998, il decimo anno di attività del "Mercatino".
Alle spalle vi sono nove anni di storia durante i quali il PO "Mercatino"
ha saputo offrire un lavoro temporaneo e un sostegno per il reinserimento nel
mondo del lavoro a circa 1300 persone, reinserendo il 30% di coloro che l'hanno
ultimato e ottenendo un totale di circa sei milioni di franchi di ricavi con
attività abbandonate da tutti perché poco redditizie. Per il 1998
vi saranno alcuni cambiamenti importanti nell'organizzazione del PO "Mercatino".
La principale concerne le ristrutturazione in corso da alcuni anni che sta tentando
di inserire sempre più le attività lavorative in un contesto produttivo
di tipo industriale. Questo permette di orientare le proposte lavorative verso
attività con condizioni di lavoro più adeguate all'attuale mercato
del lavoro, sicuramente utili per l'obiettivo fondamentale del PO che rimane
il reinserimento nel mercato del lavoro. Per molte persone inserite nei nostri
PO, la prima preoccupazione è la ripresa della produttività individuale,
dove ritmi, qualità di prestazioni e responsabilità sono indispensabili
per diventare concorrenziali davanti alle poche offerte lavorative presenti
sul mercato.
RICICLAGGIO E ORTICOLTURA
La ristrutturazione in corso ha permesso di integrare anche le attività
artigianali nell'ampio discorso del riciclaggio che da alcuni anni portiamo
avanti su differenti fronti. Gli atelier di restauro, tappezzeria, falegnameria
parteciperanno al discorso di recupero degli oggetti di seconda mano ricevuti
in dono da Caritas Ticino. Gli altri centri di riciclaggio continueranno il
lavoro di recupero di diversi materiali. Il tessile (circa 900 tonnellate di
tessile lavorato nel 1997 a Giubiasco), i frigoriferi (circa 2800 frigoriferi
lavorati a Giubiasco nel 1997), il materiale elettronico (150 tonnellate di
materiale frazionato nel 1997 a Pollegio) sono un chiaro esempio di come il
riciclaggio dei rifiuti, se svolto in Ticino, può attivare un discorso
occupazionale interessante oltre che un maggior rispetto dell'ambiente e un
utilizzo più intelligente di oggetti che altrimenti finirebbero nelle
discariche nostre o all'estero.
L'orticoltura è la seconda grande attività svolta dal PO "Mercatino"
che continuerà anche nel 1998 sempre in una ricerca di ottimizzazione
della produzione. Le due aziende gestite da Caritas Ticino sono un esempio di
come alcune attività dell'orticoltura possano essere portate avanti da
persone disoccupate. Infine, alcune attività minori, non inseribili nelle
due grandi categorie esposte sopra, saranno svolte anche per il 1998: la prima
è il trasporto di anziani ai due centri diurni della Pro Senectute a
Locarno e a Lugano, mentre la seconda sono le attività di utilità
pubblica per conto dei Comuni. Un'importante novità per il 1998 è
l'allargamento e il miglioramento dei punti di vendita di Caritas Ticino degli
oggetti di seconda mano.
PROGRAMMI OCCUPAZIONALI: ASSISTENZIALISMO O POSTO DI LAVORO?
Abbiamo sempre combattuto affinché i parametri fondamentali che determinano
un posto di lavoro "normale" siano rispettati anche nelle offerte
lavorative del nostro programma occupazionale. Per tentare il reinserimento
nel mondo del lavoro di persone inattive da parecchi mesi, il primo parametro
educativo da proporre è un'attività con ritmi ed utilità
il più possibile vicini a quelli esistenti nel normale mercato del lavoro.
Solo con dei ritmi reali di lavoro una persona potrà, infatti, confrontarsi
con le proprie capacità. Le motivazioni per investirsi nasceranno solo
con un'attività credibile che permetta di guardare ai frutti delle proprie
fatiche, riconoscendo un'utilità per il lavoro svolto.
Le direttive dell'UFSEL (l'ufficio federale dello sviluppo economico e del lavoro,
ex-UFIAML) stanno tuttavia dando un'impronta differente ai PO. Si è,
infatti, passati da un lavoro pienamente riconosciuto (il lavoro all'interno
del PO contava fino al 1996 come periodo contributivo), ad una proposta in cui
la persona disoccupata deve essere inserita in una forma di lavoro che non dà,
però, diritto a niente. Nemmeno il concetto importante di salario è
stato mantenuto: da quest'anno i soldi percepiti dalla persona inserita nel
PO sono versati dalla Cassa disoccupazione e non più dal datore di lavoro.
Il versamento diretto del salario, dall'organizzatore di PO all'operaio era
sicuramente molto educativo e permetteva un rapporto normale tra il datore di
lavoro e il partecipante al PO. Permetteva cioè di non snaturare la caratteristica
fondamentale della proposta lavorativa che deve poter offrire un salario giustamente
guadagnato e quindi versato dal datore di lavoro, e non una retribuzione versata
dalla cassa quasi come se si trattasse di un'indennità di disoccupazione.
Caritas Ticino ha domandato e ottenuto di mantenere il versamento diretto del
salario, inteso però come anticipo del versamento della Cassa di disoccupazione.
Le nuove direttive sul pagamento dei salari hanno, tra l'altro, creato una situazione
paradossale: il salario percepito da due persone che svolgono lo stesso lavoro
fianco a fianco può essere differente.
Altro paradosso degno di ricorso: sui salari versati per il lavoro svolto nei
PO è trattenuta l'assicurazione disoccupazione, come un normale posto
di lavoro. Tuttavia il lavoro svolto nel PO non è riconosciuto come periodo
utile per aprire un nuovo periodo quadro. Al Tribunale Federale il compito di
decidere come uscire da questo pasticcio. Crediamo che la rieducazione al lavoro,
per essere un valido strumento per la lotta alla disoccupazione, deve poter
essere proposta all'interno di un modello che abbia dei ponti diretti con il
mondo reale del lavoro. I parcheggi o le isole non servono a nessuno.
LOTTA
ALLA DISOCCUPAZIONE, SENZA CONCORRENZA |